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Crediti bancari: 40 miliardi in meno nel 2012. Draghi?

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#pinomerola

Sarà pure teorizzazione delle dinamiche economiche, ma il governatore della BCE Mario Draghi ne parla sempre in ogni occasione. “Draghi sta cercando di far capire in tutti i modi una dinamica virtuosa, che è quella della circolazione del denaro e della liquidità”  ma le banche italiane continuano ad incamerare prestiti dalla Banca Centrale Europea senza voler aprire al credito alle imprese. Rispetto a un anno fa (fonte Bankitalia) i volumi di credito bancario sono diminuiti di 40 miliardi, e questo la dice tutta sul perdurare della crisi, rispetto a volumi di credito già insufficienti nel periodo pre-crisi.

Senza liquidità alle imprese e circolazione del denaro la recessione aumenta e le aziende chiudono, Draghi l’ha detto in mille occasioni.

Il Governo dovrebbe intervenire sulle banche per favorire il credito alle imprese. Il rilancio dei finaziamenti alle imprese per investimenti dovrebbe essere una priorità dell’esecutivo.

Ma il governatore sembra predicare nel deserto.

Finanziare le imprese, concedere credito significa favorire la circolazione del denaro che dà la spinta inversa anti-recessione.

Bisogna aumentare i volumi dei finanziamenti e del credito alle imprese: “migliaia di aziende che hanno buone capacitá produttive stanno chiudendo esclusivamente per mancanza di liquidità”.

La velocità di circolazione del denaro mette in relazione le dimensioni delle attività economiche con la moneta circolante.

Maggiore sarà la velocità di circolazione della moneta maggiore sarà la spinta inflazionistica e produttiva.  Se invece la circolazione è lenta causerà deflazione e recessione. 

Nel Cinquecento si diceva che creano più ricchezza 10 fiorini che passano di mano in mano che un milione degli stessi rinchiusi in uno scrigno (delle banche nel duemila).

Occorre allentare il merito del credito per permettere la riattivazione dei finanziamenti alle imprese ed impedire le chiusure ed i fallimenti.

Questo è un problema urgente che dovrebbe interessare il governo Letta per l’apertura di un tavolo con l’ABI al fine ridefinire i requisiti per l’accesso al credito presso le banche italiane.

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