Disarmanti i dati di Bankitalia
Il volume del “credito bancario” è diminuito di 40 miliardi in un anno, 10 miliardi in meno solo nel mese di marzo 2013.
Commentiamo la notizia pubblicata oggi sul sito de “Il sole 24 ore” (www.ilsole24ore.com) relativa a quanto comunicato alcuni giorni fa dalla Banca d’Italia in merito ai volumi di “credito bancario”:
La drastica riduzione del credito bancario concesso alle imprese (soprattutto alle PMI) lo riteniamo un problema direttamente proporzionale alla recessione che nel 2012 ha raggiunto il segno negativo del 2,4%.
La Banca d’Italia ha comunicato che “il credito bancario” – concesso alle imprese – nel solo mese di marzo 2013 è diminuito di 10 miliardi di euro.
A febbraio il volume del credito bancario concesso alle imprese era di 865 miliardi di euro, a marzo di 855 miliardi di euro.
E’ certamente un dato disarmante anzi disastroso, soprattutto in considerazione degli sforzi della BCE, che dall’8 maggio 2013 ha ridotto i tassi di interessi portandoli allo 0,50%, proprio nel tentativo di aumentare il volume del credito bancario concesso alle imprese.
Vedremo quale sarà la politica delle nostre banche a cui certamente non mancheranno i soldi (presi a buon prezzo) per concedere prestiti e mutui alle imprese.
Le banche italiane giustamente non fanno credito a quelle imprese che hanno problemi in CRIF o sono iscritti nell’albo dei protesti.
In questo contesto, occorre un intervento urgente del Governo:
In riguardo al merito del credito l’esecutivo in carica – di concerto con la Banca d’Italia – dovrebbe predisporre un salvacondotto per quelle imprese che non sono riuscite ad onorare i propri debiti nel periodo più acuto della crisi, tra il 30 giugno 2011 e il 31 dicembre 2012: un anno e mezzo in cui le aziende hanno chiuso a iosa, strangolate dai debiti.
Quindi occorrerà separare – in riguardo al merito del credito – le imprese cronicamente insolventi da quelle invece che hanno avuto problemi di insolvenza solo nel periodo suddetto.
In tal senso l’esecutivo dovrebbe concedere una garanzia a QUESTE ULTIME affinchè le banche gli riaprino i rubinetti della liquidità anche se protestate o iscritte in CRIF, ma la cui insolvenza è avvenuta durante il periodo suddetto e più acuto della crisi.
Diversamente le aziende continueranno a chiudere.
A cura di Giuseppe Merola – Commercialista in Sapri
Commenta – scrivimi: info@rivistafiscaleweb.it
Scopri di più da Rivista Fiscale Web
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.