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La Corte dei Conti boccia il decreto sviluppo e la legge di stabilità di Monti

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La Corte dei Conti boccia il decreto sviluppo e la legge di stabilità del governo Monti.

I magistrati contabili della Corte dei Conti hanno bocciato gli ultimi provvedimenti adottati dal governo Monti. La Corte dei Conti in riguardo alle risorse di copertura ha rilevato  “un impiego in modo improprio dei fondi tesoreria” e l’utilizzo dei proventi da giochi ed accise senza la certezza di un gettito «affidabile».

Per quanto riguarda La legge di stabilità la Corte dei Conti ritiene invece che la stessa non realizzi una manovra.

– Il Decreto sviluppo è ritenuto non organico. Per quanto riguarda il decreto sviluppo la Corte dei Conti evidenzia che il provvedimento è disorganico, e dispone di  interventi sparsi:

a) Molti emendamenti approvati dal parlamento sono mancanti della  relazione tecnica o recano un visto negativo;

b) Le disposizioni di carattere fiscale, secondo la Corte dei Conti,  non contengono il valore massimo  rispetto alle minori entrate generate dalle stesse spese e sono mancanti delle clausole di salvaguardia, al fine di far fronte all’eventuale  minor gettito rispetto alle valutazioni;

c)  Nelle valutazioni di impatto fiscale è stato trascurato l’effetto del singolo beneficio sull’andamento dei settori relativi.

– Legge di stabilità: «non costituisce  manovra»
Per quanto riguarda la legge di stabilità, la Corte dei Conti ha riscontrato che la legge è vuota del suo componente principale e per questo non realizza una manovra. Alla fine è costituita solo dall’attuazione di interventi già emanati o esclusivamene distributivi di risorse già recuperate.

La legge – continua la Corte dei Conti –  “è calibrata solo sul primo anno senza congrue previsioni ultrannuali”.

I suoi contenuti eterogenei – con un solo articolo e 561 commi – sono contro le leggi di contabilità e non connotando una sostanza “snella” propria di una manovra.

Tobin Tax: «previsioni eccessivamene ottimistiche»
Sulla tassa delle transazioni finanziaria la Corte dei Conti ritiene che il gettito previsto sia alquanto ottimistico.

La Corte dei Conti ha anche analizzato le ultime sentenze della Corte costituzionale in riguardo alla  copertura di impegni scaturenti da leggi di spesa:

«Anche per confermare al Parlamento che le pronunce della Corte Costituzionale sono – molte volte –  aderenti a quelle della Corte dei Conti in riguardo alle leggi di spesa».

Per tale rilievo giurisprudenziale la Corte dei Conti  ritiene «come sia ancora  più necessario dirigere  le Sezioni regionali di controllo della Corte dei Conti come disposto dal D.L. n174 che prevede la redazione di relazioni regionali con cadenza semestrale  sulla legislazione di spesa regionale».

Alla fine le criticità evidenziate dalla Corte dei Conti sul decreto sviluppo, la legge di stabilità e la legge 213 contenente rilevanti disposizioni di carattere ordinamentale (quali quelle sui controlli della Corte dei conti sugli enti territoriali  e sui costi della politica).

  Ai fini dell’istituzione di  un Fondo per sostenere gli enti locali in dissesto, le norme contengono diversi rinvii a disposizioni  secondarie; e frequenti sono le variazioni a leggi anche recenti, che causano difetti di attendibilità delle valutazioni in riguardo  ai risvolti finanziari contenuti nelle norme;

Approvazione di emendamenti senza allegata relazione tecnica o con visto negativo apposto del Ministero dell’Economia.

Inoltre la Corte dei Conti ha affermanto che l’utilizzo per la copertura dell’acquisto di beni strumentali, con i  proventi derivanti da giochi ed  accise sugli idrocarburi, presenta un gettito fiscale in diminuzione. Anche le relative stime sono di riflesso non affidabili.

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