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Catricalà: L’esecutivo metterà mano alle liberalizzazioni delle professioni. Ma si crede non basti e non serva.

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#pinomerola

Fonte: www.ilsole24ore.com.

Verso il decreto cresci Italia.

Il sottosegretario alla Presidenza, Catricalà, ha dichiarato, nel suo intervento di ieri a “Porta a Porta”, che il Governo introdurrà, tramite decreto, le prime norme sulle liberalizzazioni entro il 20 di Gennaio.
Ha detto che ciò  costituirà “il disarmo di ogni corporativismo multilaterale”.
Saranno interessati tutti i settori: professioni, trasporti, ferrovie, compreso l’acqua, anche se la privatizzazione è stata negativamente oggetto di referendum.

Nelle intenzioni, le liberalizzazioni dovrebbero riguardare:

  • i tassisti;
  • i notai e le farmacie mediante l’aumento della loro pianta organica.

Per i gestori di carburanti, si pensa di dare la possibilità di vendere la benzina insieme ad altri beni di consumo (in modo da ridurre forse il costo dello stesso carburante, ma probabilmente i margini sono esigui, per causa delle accise, ndr).

Ha detto che bisogna permettere ai nostri concittadini di ottenere “maggiori e più giusti sconti”.

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ndr]
Secondo la nostra idea,

  • in primis, il Governo in tema di liberalizzazioni si troverà di fronte un muro non indifferente: i tassisti già partono all’attacco annunciando manifestazioni. Se poi si pensa all’eliminazione degli ordini professionali non crediamo che ciò sia un intervento così semplice e che inoltre serva a qualcosa, anzi, danneggerebbe la qualità delle prestazioni a danno dei cittadini.
  • in secondo luogo, non crediamo che questa sia la strada giusta verso la ripresa, ma ribadiamo, come già detto in altri articoli, che l’esecutivo dovrebbe incentivare la “creazione di micro-imprese e di nuove partite IVA”, in modo tale da consentire sia ai giovani disoccupati (che abbiamo voglia di lavorare), e sia a coloro che hanno perso il lavoro da non più di  dodici mesi, di mettersi in proprio, “per l’esercizio di un’attività autonoma a cui sono inclini”, tramite un finanziamento di 20.000 euro garantito  dal Medio Credito Centrale. 
    Ci sarebbe minore disoccupazione, più entrate fiscali, sviluppo produttivo e non recessione.

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