La Riforma del Catasto sarà una vera e propria “riforma fiscale” e dovrebbe costituire una efficace lotta all’evasione.
Il Sistema con il quale dovrebbe essere riformato l’intero patrimonio immobiliare, come già anticipato in conferenza stampa dal Presidente Monti, si base su un principio fondamentale:
Il valore dell’immobile su cui calcolare le imposte dovrebbe corrispondere al valore di mercato.
Eliminare quindi classi, rendite e categorie.
Secondo noi, è pura utopia: sia per i tempi di attuazione che occorrono per attribuire il nuovo valore agli immobili, sia perchè l’iniquità fiscale permarrebbe … magari spostandosi da un contribuente ad un altro.
Abbandonare l’unità “VANO” per rilevare i “metri quadri effettivi” ai fini della determinazione del valore di mercato ci sembra improponibile:
- tale valore, che dovrebbe attribuire l’Agenzia del Territorio, non corrisponderà mai a quello effettivo dell’immobile, in quanto quest’ultimo (di mercato) è il prezzo che un ipotetico compratore sarebbe disposto a pagare per comprare lo stesso immobile (il vero valore di mercato).
Non è una stima statica, bensì suscettibile di variazioni, anche da un anno all’altro, che prescinde dai metri quadri del fabbricato; può variare per diversi fattori ed in modo molto rapido.
Per lo Stato sarebbe più proficuo e meno dispendioso “mettere le mani sulle rendite già esistenti”, tramite il riclassamento.
Esempio:
Si possiede un immobile a Porto Cervo. Il valore rideterminato con la riforma è stabilito in un milione di euro.
Dopo 3 anni, nel 2015 a Porto Cervo non c’è più turismo, perchè il mare è inquinato, la casa varrà 200 mila euro, non più un milione! restando ferma la consistenza in superficie.
Se si vuole sconfiggere le iniquità fiscali in questo campo, che sicuramente ci sono e sono tante, sarebbe opportuno solo riclassificare le rendite già attribuite già a disposizione dell’Amministrazione, mediante controlli fisici degli immobili.