La Cedolare secca sugli affitti è un regime di tassazione opzionale che ha la finalità di tassare il reddito generato dai canoni di locazione percepiti dai proprietari degli immobili dati in affitto. Tra le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2018 vi è la proroga della cedolare secca con aliquota del 10% fino al 2019. Ciò ha avuto la finalità di evitare che l’aliquota al 10% “lievitasse” al 15% sugli affitti a canone concordato.
Cedolare Secca 2018: proroga aliquota 10% biennio 2018-19
Per chi opta per il regime agevolato Cedolare Secca 2018 è prevista la possibilità di beneficiare dell’applicazione di un’aliquota fissa del 21% e del 10%.
La Legge di Bilancio 2018 ha ufficializzato la proroga della Cedolare secca al 10% per il biennio 2018-2019, anche se rimangono esclusi gli affitti di negozi e uffici.
Infatti, sebbene la richiesta fosse stata avanzata da Confedilizia, la Legge di Bilancio 2018 non ha inserito l’estensione della cedolare secca al 10% agli affitti sui fondi commerciali.
La possibilità di tassare i redditi da locazione con aliquota fissa e agevolata al 10% ha avuto effetti molto positivi a livello di esternalità generate: infatti, negli ultimi anni, ha contribuito a far calare notevolmente i casi di evasione fiscale ed a porre definitivamente fine al nefasto fenomeno degli affitti in nero che per anni hanno preso piede in numerose città italiane.
Cedolare secca 2018: aliquote 10% o 21%?
Con la Cedolare Secca 2018 si può beneficiare di un regime opzionale che prevede l’applicazione di un’aliquota fissa:
- 10% per contratti a canone concordato nei Comuni densamente popolati, per contratti di locazione a studenti universitari e nei Comuni in cui vi sono state calamità naturali;
- 21% per contratti d’affitto a canone libero.
Si ricorda che tale regime di tassazione con aliquota al 10% o al 21% può essere applicato in sostituzione della tassazione Irpef solo se ricorrono certi requisiti sanciti dalla normativa.