Il vertice della Commissione europea ha sancito la definizione di una Europa a due velocitá, in cui giustamente l’Inghilterra si é chiamata fuori; la Germania vorrebbe rimanere dentro solo per gli aspetti positivi ma rompere per gli aspetti negativi, non ricorda che il suo arricchimento è dovuto all’impoverimento di Italia, Grecia, Spagna ecc…
Rispetto agli altri Stati, la Germania in questi 12 anni trascorsi nell’area euro, è quella che più ha guadagnato in termini competitivi sui prezzi e sul costo del lavoro.
La competitivitá ottenuta con l’introduzione dell’euro, principalmente nelle esportazioni, ha tolto Pil ai paesi più deboli, ed i grandi differenziali nei tassi di interesse sono dovuti alla crescita notevole del debito pubblico di questi paesi e dei connessi oneri finanziari, non supportata da incrementi significativi di Pil per i motivi suddetti.
La Germania invece dal canto suo ha ridotto sia il suo debito pubblico che gli oneri finanziari su di esso.
Dalla crisi ha risparmiato interessi sul debito stimati in 20 miliardi in tre anni.
La contrarietà tedesca agli eurobond in cui sono tutti debitori o alla mutualizzazione del debito é giustamente dovuta alla inconvenienza per le proprie casse almeno nel breve.
Ma non gli conviene, peró, neanche rompere tutto, il danno economico sarebbe notevole per i tedeschi.
L’Italia è uno degli stati che più ha perso nel passaggio all’euro, fermo restando che il rigore di bilancio sarebbe stato, allo stesso modo, quanto mai essenziale.
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