Home FISCO Accertamento Gli studi di settore vanno in pensione. Arrivano gli indici di affidabilità

Gli studi di settore vanno in pensione. Arrivano gli indici di affidabilità

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#pinomerola

L’anno 2016 e dichiarazione dei redditi Unico 2017  sarà l’ultimo anno di applicazione degli studi di settore. Dal periodo d’imposta 2017 saranno sostituiti dagli indici di affidabilità fiscale

Nel decreto fiscale 193/2016 dunque è stato previsto l’addio ai famosi studi di settore, e con decorrenza dall’anno di imposta 2017 saranno applicati gli indici di affidabilità.

E’ stata già avviata la fase sperimentale per i nuovi indici di affidabilità e con Decreto del Ministero dell’economia e finanze saranno precisate modalità e termini per la sostituzione degli studi di settore ai fini dell’accertamento della congruità dei redditi dichiarati.

I nuovi indici di affidabilità saranno studiati per favorire una compliance maggiore con il contribuente ma ancora non è dato sapere quali saranno le differenze precise.

Inoltre saranno aboliti insieme agli studi di settore alcuni obblighi di comunicazione come la registrazione delle fatture di acquisto ricevute da San Marinesi, invio delle operazioni avvenute con Paesi black list.

Ridotti gli obblighi di invio elenchi intrastat. Inoltre si ritorna all’f24 cartaceo per i non titolari di partita iva.

Ma obbligo che va, obbligo che viene … molto pesante il nuovo adempimento a cui si dovranno attenersi imprese e professionisti con l’obbligo di invio delle liquidazioni iva trimestrali.

Ancora si segnala l’inutilità e danni che si creano con l’obbligo di invio telematico dei pagamenti f24 da parte di imprese e professionisti, costosi sia per i contribuenti che per i professionisti, ed inutili ai fini del contrasto all’evasione… (a parte che in 10 anni non si è vista mai una sanzione per chi ha versato in banca senza invio telematico).

Il mancato invio dei CUD ai pensionati, e coloro che hanno ricevuto indennità di disoccupazione nell’anno, che spesso dimenticano di ritirare presso l’INPS o altri istituti e poi sanzionati per la mancata dichiarazione, visto che non più spediti dal 2012 al domicilio dei contribuenti. Minori spese postali per 12 milioni di euro a danno dei contribuenti.

Stampe fiscali ormai dimenticate, soppiantate da un miriade di altri adempimenti come in ultimo l’introduzione dell’invio analatico delle fatture emesse e ricevute.

E tanti altri che sicuramente conoscere meglio dello scrivente.

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