Borse, sempre in picchiata gli indici europei e mondiali
Borse, il periodo nero sembra non avere fine, indebolite e messe in difficoltà da più fronti. La Cina continua a pesare come un macigno sulle borse sia asiatiche, sia europee e Statunitensi. Si sa, ormai, che l’economia cinese sta rallentando e il governo, tra svalutazioni della moneta e operazioni di sostegno all’industria, non sa più cosa inventarsi ancora per rilanciare lo sviluppo. Il recente provvedimento della Fed di aumento del tasso di interesse, dopo aver dato un impulso positivo, ha subito prodotto un atteggiamento di prudenza da parte degli investitori, che hanno visto con diffidenza un aumento dei tassi a fronte di una situazione che se non è deflattiva, poco ci manca. Il petrolio continua la sua caduta, arrivando a quotazioni di 28 dollari al barile. Già era in calo fino all’altro ieri, ma la fine delle sanzioni e dell’embargo nei confronti dell’Iran, comporta l’immissione nel mercato di enormi ulteriori quantità di petrolio Iraniano e questo ha causato l’ulteriore caduta del prezzo.
In questo scenario, la borsa di Milano ha ceduto il 2,8%, trascinata al ribasso soprattutto dalle banche, a loro volta prese da un vortice negativo e un calo di fiducia da parte della popolazione, anche per via delle note vicende riguardanti la 4 banche coinvolte nella manovra- scandalo “salva banche”. Prova ne è la sostanziale tenuta delle altre borse europee, Londra, Parigi, Francoforte, che hanno chiuso in lieve rosso. A Milano, sono stati sospesi i titoli di Mps, Saipem, Bper ,Bpm, UBI, Banca Intesa, Banco Popolare, Mediaset. Dunque, ci troviamo nel bel mezzo di una vera tempesta dove le raffiche di vento giungono da ogni parte e ovunque ci si giri, si è comunque sferzati dagli eventi avversi. Difficile, in questa situazione, vedere una vera ripresa dell’economia, sarebbe necessario che la politica desse almeno in ambito interno italiano, un forte segnale di correttezza e giustizia sociale, perché contro il popolo, è solo questione di tempo ma si perde sempre. Il problema è che ad affondare, in Italia, saranno tutti.
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