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Evasione-Voluntary, in cassa 3.8 miliardi di euro

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#pinomerola

Evasione Voluntary, la battaglia contro l’evasione fiscale parte con un getto da quasi 4 miliardi di euro

Lotta contro l’evasione Voluntary. Un gettito paria 3,8 miliardi di euro, al netto degli interessi, questa è la stima di incasso relativa all’operazione Voluntary- disclosure, il programma fiscale di rientro volontario di capitali non denunciati dall’estero. In una breve nota, l’Agenzia delle Entrate ha comunicato tali cifre al Ministero dell’Economia; Questo gettito è riferito al calcolo fatto sulla base delle istanze presentate che porta alla cifra precisa di 3.834.306.000 di Euro, senza contare, ovviamente gli interessi e le sanzioni, ma la reale portata del rientro volontario dei capitali dall’estero sortirà solo dagli accertamenti che gli uffici fiscali faranno in base a quanto denunciato, che può essere anche sensibilmente maggiore, naturalmente non inferiore.

Pur tenendo per buona la cifra risultante dalle istanze presentate, l’introito sarebbe superiore a 4 miliardi di Euro, tenendo conto del capitale, delle sanzioni e degli interessi, questi ultimi pari al 3,5% annuo, dove il tempo da considerarsi è l’intervallo temporale intercorrente tra la detenzione all’estero del capitale non dichiarata e l’invito al contradditorio dalla Agenzia delle Entrate e al conseguente versamento delle somme dovute in base all’evasione Voluntary. Ogni situazione è ovviamente, individuale ma se si fa una stima di un capitale medio costante e un tempo medio di detenzione all’estero di 4 anni, in base agli interessi annui e le sanzioni previste, la somma totale si porta a ben 4,2 miliardi di Euro. Certamente questo è il risultato di anni di lotta all’evasione non solo interna all’Italia ma resa possibile anche grazie agli accordi portati a termine nel recente passato con alcuni Stati esteri, primi fra tutti la Svizzera ma anche il Principato di Monaco e altri cosiddetti “Paradisi fiscali” che ora tali non sono più, o quantomeno non più come prima. Ecco, dunque, che chi crede di poter essere scoperto dal fisco italiano, grazie alle nuove norme di collaborazione internazionale, ha convenienza a ricorrere a istanze presso il fisco italiano, pagando sanzioni sicuramente meno gravose di quanto sarebbe senza un “ravvedimento” quale è quello rappresentato dalla Voluntary-disclosure.

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