Pensioni in calo con l’inizio dell’anno nuovo, previste contestazioni
L’inflazione,il costo della vita è quello che determina l’eventuale innalzamento delle pensioni. Per il 2016, non ci sarà alcun aumento perché il costo della vita non è aumentato né si è ridotto. L’ indice del costo della vita è stato determinato, per il 2015, pari allo 0% sulla determinazione degli aumenti delle pensioni per il 2016. Il meccanismo che sembra strano, in verità è semplice: l’adeguamento economico delle pensioni è regolato dal Dgls 503 del 1992 e dice che la percentuale di aumento delle pensioni per l’anno successivo, è determinato dal calcolo dell’aumento del costo della vita nei primi tre trimestri dell’anno. Nel caso di quest’anno, l’inflazione media dei primi tre trimestri, è leggermente negativa, quindi da origine allo 0% di adeguamento sulle pensioni nel 2016. Se, ipoteticamente, nel quarto trimestre dovesse esserci una impennata dell’inflazione, la percentuale positiva andrebbe a sommarsi agli eventuali aumenti a partire dal 1 gennaio 2017. Ora, qui viene la nota dolente:
Siccome nel 2014 la valutazione della’inflazione, agli effetti dell’adeguamento delle pensioni era stato del 3%, mentre quello reale, consuntivo, si può dire è stato del 2%, a partire dal1 gennaio 2016, questa percentuale eccessiva applicata sarà “recuperata” con un calo di un punto delle pensioni erogate in quest’anno. Questo, unito all’aumento pari a 0% rispetto al 2015, fa in modo che l’anno prossimo le pensioni saranno più basse di quest’anno. Insomma, i pensionati italiani hanno avuto troppo quest’anno! Gli unici a non risentirne,saranno coloro i quali hanno la pensione più alta, che vedranno ripristinato quanto indebitamente congelato dal governo Monti, così come determinato dalla consulta.
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