L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale INPS, con il messaggio del 30/09/2015, ha reso noto l’abrogazione dell’ASPI a decorrere dal 24 settembre 2015.
Ciò in ottemperanza al Dlgs n° 148/2015 del 14 settembre 2015 (pubblicato in GU Serie Generale n.221 del 23-9-2015 – Suppl. Ordinario n. 53) ed entrato in vigore il giorno dopo 24 settembre 2015.
In ottemperanza all’art. 3 co. 17 della L. 92/2012 di Monti che aveva concesso l’ASPI in via sperimentale solo per gli anni 2013-2014 e 2015 per quei lavoratori licenziati per crisi aziendale.
Avevano diritto all’ASPI per 90 giorni in un biennio mobile, coloro che nel biennio precedente avevano maturato minimo due anni di assicurazione e due anni di contribuzione.
Quindi l’INPS sospenderà l’erogazione dell’ASPI con decorrenza 24 settembre 2015 (data di entrate in vigore del D.Lgs. n° 148 del 14 settembre 2015).
DOMANDE GIA’ PRESENTATE
- Per quanto riguarda le domanda di ASPI già inoltrate per quei periodi che includono giornate successive al 23 settembre 2015 la liquidazione verrà pagata solo per le giornate fino al 23 settembre 2015 (ultimo giorno di funzionamento dell’ASPI).
- Nuove richieste di ASPI si potranno ancora presentate fino al 12 ottobre 2015 (cioè entro 20 giorni dal 23 settembre 2015) ma sempre per liquidazione di indennità ASPI maturate fino al 23 settembre 2015.
Dice, in ogni caso l’INPS, entro il massimo di spesa di di 20 milioni di euro (stanziati per il 2015) che costituisce il limite di spesa massima non superabile.
Commento RFW:
La nostra considerazione e il nostro pensiero va sempre alle situazioni particolari, in cui magari sino ad oggi chi ha percepito l’ASPI, lavorava in nero e chi oggi ne avrebbe veramente bisogno e non la potrà più ottenere.
Una macchina statale poco incline alla verifica fattiva di singole fattispecie di problemi che possono colpire la singola famiglia.
Una macchina statale che deve sforzarsi di cogliere e risolvere singole problematiche e non erogare indennità su scala standard senza controllare chi ne ha veramente bisogno e chi invece non ne avrebbe diritto, realizzando quindi un “indebito arricchimento” a sfavore di altri lavoratori sospesi.
E tu cosa ne pensi?
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