L’Italicum ossia la nuova legge elettorale così battezzata da Matteo Renzi, sembra aver trovato la quadratura PD-FORZA ITALIA. Anche se non mancano i problemi. Berlusconi è d’accordo con Renzi sul fatto che la legge elettorale possa essere modificata solo per la elezione della Camera, in quanto il Senato sarà superato dalla Riforma Costituzionale.
Dopo estenuanti riunioni alla fine Matteo Renzi dovrebbe portare a casa la nuova legge elettorale concordata con Silvio Berlusconi: l’ITALICUM.
Le lunghe trattative tra PD e FORZA ITALIA sulla riforma delle legge elettorale sembrano aver portato all’accordo, anche se in zona Cesarini prima che la proposta di modifica arrivi a Montecitorio.
Il Premier, in visita a Tunisi, ha dichiarato che la legge elettorale ha avuto un importante svolta ai fini dell’approvazione. In merito al Senato, ha detto, il non avere una legge elettorale è un problema secondario, vista la decisione di Riforma di Palazzo Madama, camera non più eletta dal popolo.
Silvio Berlusconi nella mattinata aveva riunito lo stato maggiore di Forza Italia, sull’eventualità dello spezzattamento della Riforma in due tronconi con valenze notevolmente diverse.
L’accordo raggiunto prevede che l’Italicum per l’elezione dei deputati, abbia liste bloccate con circoscrizioni di minori dimensioni e premio di maggioranza oltre alla soglia del 37% al primo turno.
Al Senato invece, resta una preferenza con sistema proporzionale, in pratica uguale a quanto deliberato dalla Consulta.
Ma nella serata vi è stata anche la riunione dell’assemblea dei deputati del partito democratico, per discutere e decidere sugli ultimi sviluppi della legge elettorale impacchettata da Renzi e Berlusconi prima della seduta di Montecitorio.
Il Presidente dei deputati PD Roberto Speranza, ha detto che la legislatura passa su un sentiero determinante con l’arrivo in aula della proposta di Riforma.
Ha sostenuto che i tentennamenti sulle Riforme e eventuali nuove elezioni senza modifiche consegneranno il Paese all’M5s.
Al termine dell’assemblea si è deciso di seguire la linea del segretario-premier e quindi ritirare tutti gli emendamenti alla riforma ad eccezione di quello sulla parità di genere.
Ma vedremo in aula quali saranno le discussioni in merito agli sbarramenti, anche se l’accordo raggiunto in luogo extra-istituzionale rende impraticabile ogni ostruzionismo all’approvazione da parte dei piccoli partiti.