Voluntary disclosure o collaborazione volontaria per il rientro di capitali.
Nella bozza di modulistica preparata dall’Agenzia delle Entrate per la voluntary disclosure (una sorta di secondo scudo fiscale molto più oneroso) è stato previsto un collegamento con il quadro RW di Unico, in riguardo alle informazioni da indicarvi in merito all’adesione alla collaborazione volontaria per il rientro di capitali dall’estero propriamente detta “voluntary disclosure” prevista dal decreto legge n. 4/2014, disposizione introdotta al fine del rimpatrio agevolato di asset illegalmente detenuti all’estero da parte di soggetti residenti.
Con la presentazione della istanza di collaborazione volontaria (o voluntary disclosure), tramite il modulo predisposto dall’Agenzia è stato previsto di indicare nel quadro RW, allegato ad UNICO, l’avvenuta adesione alla definizione agevolata delle sanzioni per il rimpatrio dei capitali detenuti all’estero.
Le bozze, per il momento, non diventeranno modelli ufficiali fino a quando non saranno apportate le modifiche alla normativa contenuta nel predetto DL. N. 4/2014, che ha dato potenzialmente la possibilità di aderire alla collaborazione volontaria per il rientro di capitali detenuti all’estero attualmente non ancora operativo.
La modulistica per la voluntary disclosure, collaborazione volontaria finalizzata al rientro di capitali, con adesione allo scudo fiscale 2, prevede una apposita sezione, dove indicare i dati e le informazioni che occorrono per la riduzione delle sanzioni, ad oggi stabilite nella misura pari del 50% di quelle minime oltre le imposte.
Il rimpatrio dei capitali detenuti illegalmente all’estero, sia materiale che giuridico, è molto più oneroso rispetto a quello detto “scudo fiscale”, che per inciso è stato un omaggio agli evasori, in quanto la regolarizzazione prevedeva solo il pagamento una tantum del 5% delle immobilizzazioni rimpatriate o regolarizzate nel 2009.