E’ la terza volta in due anni che il premier non è eletto dal popolo. Dopo Mario Monti, Enrico Letta, anche Matteo Renzi (a quanto pare) sarà il nuovo premier senza la forza delle elezioni. Domani Letta rimetterà a Giorgio Napolitano le proprie dimissioni.
Oggi la svolta. Votato dall’assemblea PD, a larga maggioranza, il documento programmatico proposto da Renzi che di fatto è un’ auto-candidatura a premier, che ha tolto il carburante a Letta.
Reo di aver creato una impasse, ma in realtà annodato in una camicia di gesso tra lobby, caste e varie non ha potuto fare di meglio.
Il merito di Letta è indubbio, ha saputo mantenere una linea di serietà in un governo di larghe intese, assolutamente figlio di un Parlamento illegittimo, ossia senza maggioranza.
Con i paletti di bilancio imposti dalla UE, un ministero dell’Economia abbastanza traballante, non sono uscite fuori idee e azioni valide per uscire dalla palude, da cui vuole uscire RENZI.
Si spera che quest’ultimo riesca in quello che ha promesso, la gente non vuole più aspettare, e un fallimento del sindaco di Firenze, aprirebbe la strada a una rivoluzione civile, dove sarà il popolo a prendere il potere.
LA RIFORMA DEL FISCO E’ IL PRIMO PASSO PER USCIRE DAL PANTANO, IL RESTO SONO TUTTE REITERAZIONI DI UN SISTEMA POLITICO OBSOLETO E CINQUANTENARIO, CREATORE DI MOSTRI DI RICCHEZZA E CORRUZIONE.
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