Crisi: la situazione economica, politica e dei mercati finanziari del 22 agosto 2011, con il monito di Napolitano alla responsabilità.

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Nella scorsa settimana la Banca centrale Europea ha disposto acquisti di titoli di stato per 14 miliardi di euro circa.

Tali acquisti come detto più volte hanno lo scopo di sterilizzare le vendite di titoli pubblici italiani e spagnoli e stabilizzare i mercati, a parziale difesa degli attacchi speculativi.

Nella settimana precedente 8-12 agosto 2011 la Bce, costretta dall’andamento della Borsa Italiana e Spagnola aveva riavviato il “programma di acquisti di bond pubblici” eseguiti per 22 miliardi di euro nella sola settimana.

Tale corsa alle vendite si ritiene dovute a cause molteplici:

1) La manovra di Luglio, varata dal Governo Italiano, non è stata sufficiente a garantire i mercati sulla solvibilità italiana nel medio e breve periodo, in quanto mancante di interventi strutturali per favorire la ripresa economica ed aumentare il gettito fiscale.

2) Un governo che ha evidenziato varie debolezze al suo interno, che non sono certamente apprezzate soprattutto in questi gravi momenti di turbolenza dei mercati.

3) Il debito pubblico che ha sfondato quota 1900 miliardi, con la manovra di ferragosto ancora non passata in parlamento, composta solo da nuovi tagli e nuove tasse.

Senza previsioni di crescita del Prodotto Interno Lordo, c’è ovviamente il rischio recessione:

In parole povere, la nostra paura è che con in notevoli tagli previsti a carico di tutti i cittadini, si deprimeranno ancor di più i consumi, e di risulta, la crescita e quindi il gettito fiscale con il rischio di non poter ripagare i più alti oneri finanziari sul debito sovrano.

Anche la manovra-bis, con tutte le contraddizioni che reca all’interno della stessa maggioranza, riteniamo non risolverà i problemi strutturali dell’economia italiana, ma come al solito riguarderà solo rattoppi che sicuramente non saranno ben visti dai mercati.

E quando gli acquisti della BCE saranno sospesi, il mercato, momentaneamente dopato, secondo una previsione pessimistica si riprenderanno in massa le vendite dei nostri titoli.

D’altronde facendo l’esempio di essere degli investitori:

– quando esaminiamo il bilancio di uno Stato o di una società ed anche la loro governance, e non siamo certi, secondo le nostre valutazioni, del rimborso del capitale investito, chiaramente rinunciano all’acquisto o se siamo già in possesso di “titoli di tale stato o di tale società” cerchiamo di disfarcene al più presto.

Citiamo anche il monito del Presidente Napolitano intervenuto ieri al meeting di Comunione e Liberazione il quale da padre di tutti gli Italiani, ha strigliato la nostra governance politica  per non essere stata incisiva e forte per far fronte ad una crisi strutturale a cui bisogna rispondere con responsabilità e tempestività.

Nel frattempo i nostri politici  non curanti della necessità di convertire in legge in estrema fretta il decreto della manovra bis, ancora discutono sui provvedimenti da inserire o eliminare.

Non ultimo il pressing su Bossi per aprire ai tagli alle pensioni e ridurre il contributo di solidarietà.

Riteniamo che la conversione in legge del decreto “manovra bis” non sia operazione di facile messa in onda, se si pensa anche al nodo delle soppressione delle province e all’accorpamento dei Comuni che già fanno battaglia contro il decreto.

Ma alla fine riteniamo che anche se questa manovra sia convertita in legge, non darà ai mercati finanziari garanzie maggiori della manovra di luglio;  insomma fatiche inutile ed irresponsabili a danno dei cittadini.

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