Ci saranno “amministratori” di professione, e quindi incompatibili con lo svolgimento di altre attività, al pari dei commercialisti, dei medici, degli avvocati, dei magistrati ecc.
E che sebbene il popolo li abbia eletti democraticamente, alla fine del loro unico mandato restino funzionari dell’Ente che hanno amministrato.
La politica del futuro premierà chi lavora ed assisterà chi è meno fortunato.
Sarà liberista ma non eccessivamente.
Sarà per quel capitalismo che non abbia però intromissioni e sponsorizzazioni politiche.
Promuoverà norme per un fisco spalmato equamente sui cittadini.Un’ equità garantita anche nella lotta all’evasione, non colpendo esclusivamente Piccole e Medie Imprese, ma anche i grandi evasori e l’indotto della corruzione.
Una politica che cancelli il redditometro, che potrebbe far esborsare indebitamente danaro a quei contribuenti onesti che non riusciranno a dimostrare la provenienza dei propri risparmi.
Una politica che sarà contro l’evasione fiscale ma anche contro la tracciabilitá del contante a mille euro che non serve per debellare l’evasione. –Un fisco giusto senza catene –.
Una politica che agisca per un rinnovamento culturale dei cittadini, inteso come presa di coscienza della necessità di coltivare i valori civili e il sentimento di appartenenza al Paese.
Una politica il cui slogan sarà”pagare di meno per pagare tutti” e non “pagare tutti per pagare di meno” che è pura utopia, slogan di Monti.
Una politica attenta ad investire nel welfare: come l’assistenza reddituale per chi ha perso il lavoro e per chi un lavoro non l’ha mai avuto, ma con pene esemplari invece per coloro che continueranno a lavorare in nero e percepiscano l’indennità di disoccupazione .
Una politica che confischi i grandi patrimoni derivanti da corruzione ed evasione.
Una politica che utilizzi gli strumenti finanziari della Cassa depositi e prestiti per concedere aperture di credito al fine di rifinanziare le piccole e medie imprese.
Una politica che conceda un prestito a tutti i giovani meritevoli durante gli studi universitari, che poi restituiranno quando inzieranno a guadagnare, stile Norvegia.
Una politica che investa nella cultura civile del Paese per rendere le strutture amministrative più snelle senza la macchinosità della clientela elettorale.
Una politica dicevamo che investa nel rinnovamento culturale di tutti cittadini, attenti al benessere dei propri conterranei, e che infonda nel popolo l’interesse della cosa pubblica, negligenza da cui sono nati i nostri problemi.
Questo dovrà essere il nostro partito del futuro e per questi bambini.
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