Pensioni: Ocse, sistema ora sostenibile.

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OCSE: 26 novembre 2013.

La relazione dell’OCSE AFFERMA CHE Il sistema pensionistico italiano prima della riforma del 2011 era il piú costoso dell’area OCSE, circa del doppio: ossia il 15,4% del reddito nazionale, contro la media degli altri paesi del 7,8%.

Con la riforma del sistema pensionistico adottata nel dicembre 2011 dal Governo Monti, l’Italia ha realizzato un passo importante per garantire la sostenibilità finanziaria del sistema pensioni”.

E’ il giudizio dell’Ocse contenuto nel rapporto 2013 sui sistemi pensionistici dell’area.

(Fonte Adnkronos)

Nota della redazione: Riteniamo che il sistema pensionistico italiano sia stato appesantito soprattutto dalle pensioni d’oro, dalle baby pensioni, dalle pensioni false, e dalle pensioni maturate in pochi anni per gli impiegati della pubblica amministrazione, che dopo 19 anni e mezzo di servizio si potevano collocare in pensione, facendo poi altri lavori e togliendo occupazione ai giovani.

Ora dopo l’appesantimento dovuto per le pensioni facili (di chi oggi le sta ancora godendo della pensione da quando aveva forse 40 anni) c’è stato il dimagrimento a scapito dei poveri lavoratori del privato, che già dovevano lavorare 37 anni per andare in pensione (contro i fortunati della polizia di stato che con quasi 20 anni percepivano l’assegno) che adesso neanche bastano, ma ne dovranno lavorare 42ed avere almeno 67 di età! Giusto quello che dice l’OCSE, lo Stato Italiano potrebbe essere rinominato “LA REPUBBLICA DELLE BANANE”, dove i fessi piangono e i furbi ridano.

Ma fatemi il piacere, o meglio Mario Monti, mi faccia il piacere! PRIMA DI VARARE QUELLA IGNOBILE RIFORMA, POTEVA RIPRENDERE PARTE DI QUELLE PENSIONI PRIVILEGIATE GIA’ EROGATE, E NON UCCIDERE POVERI LAVORATORI CHE OGGI DEVONO SPERARE DI VIVERE FINO A 67 ANNI! IO MI VERGOGNO DI QUESTO STATO.

 

 

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