La Riforma Fornero è già da modificare. Il Governo sta studiando una maggiore flessibilità dell’età necessaria per andare in pensione.
In linea di massima, le modifiche dovrebbero riguardare la possibilità di pensionamento anche a 62 anni ma con una riduzione dell’assegno, o con il prolungamento dell’attività lavorativa fino a 70 anni con una maggiorazione dell’assegno.
Ognuno, se la Riforma sarà attuata in tal senso, dovrà fare i conti con le proprie aspettative di vita.
Ricordiamo che nel 2018, uomini e donne, per andare in pensione con l’assegno intero, dovranno aver maturato “66 e 7 mesi” di età – per la pensione di vecchiaia – e “42 anni e 10 mesi di contribuzione” – per la pensione anticipata.
Le penalità graduali ancora non sono state definite, ma la Commissione lavoro della Camera insieme al Ministro Giovannini, sta lavorando a queste ipotesi:
– penalità del 2% sull’assegno intero per il pensionamento a 65 anni;
– penalità del 4% per il pensionamento a 64 anni;
– penalità del 6% per il pensionamento a 63 anni;
– penalità dell’8% per il pensionamento a 62 anni;
Nessuna penalità per chi lascia il lavoro a 66 anni e 7 mesi di età, oppure va in pensione a 60 anni e 10 mesi di età avendo iniziato a lavorare a 18 anni (per maturare 42 anni e 10 mesi di contribuzione).
E questo è il premio per chi decide invece di mettersi a riposo dopo il 66esimo anno di età:
– bonus del 2% sull’assegno intero per il pensionamento a 67 anni;
– bonus del 4% per il pensionamento a 68 anni;
– bonus del 6% per il pensionamento a 69 anni;
– bonus dell’8% per il pensionamento a 70 anni.
Insomma se queste saranno le conclusioni del Governo per modificare le norme, il tutto è molto semplice, ma non mancano perplessità in merito ai lavori usuranti.
Lo Stato quindi, in linea di massima, intende lasciar decidere al lavoratore quando pensionarsi; quest’ultimo, per forza di cose, dovrà far da sé i propri calcoli sulle aspettative di vita…
